Quando tutto cambia
Gabby
A ripensarci, avrei dovuto cogliere i segnali. Forse li avevo identificati, ma scelsi inconsciamente di ignorarli.
Già a dieci anni, quando conobbi Dylan, sapevo che saremmo stati insieme per sempre. All’epoca, non riuscivo a esprimere a parole le mie sensazioni, ma con il passare degli anni capii di cosa si trattava: un amore che scaturiva dal profondo dell’anima. Di quel tipo di cui fanno esperienza in pochissimi. Dylan era molto più che il mio migliore amico: era il mio primo amore, il mio fidanzato.
Era la mia anima gemella.
Eravamo sempre stati un tutt’uno, destinati a rimanere uniti in eterno.
Finché lui non cambiò.
E io credetti di non essere più abbastanza.
Finché non mi annientò del tutto, tanto che ebbi l’impressione di non esistere più.
E non avevo mai provato un dolore così devastante.
Finché Dylan mi demolì una seconda volta, e a quel punto volevo morire per davvero.
Ma dovevo essere forte, visto che non ero sola in quel crudele scherzo del destino.
Guardo il cielo, implorando le stelle, pregando che qualcuno mi dica cosa fare, perché non so come comportarmi in questa situazione. Non so come affrontare il cambiamento del mio “per sempre”, e mi chiedo: se avessi colto i segnali in tempo, se avessi spronato Dylan, sarebbe bastato a salvarci?
Oppure il destino aveva già deciso di alterare il nostro futuro?